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vogliosolodareUN'occhiata

consumismo ossessivo compulsivo

osmosi

L'uomo è seduto al tavolo della mia cucina. Emette piccoli rutti causati dalla fanta che gli ho offerto. È entrato in casa mia con l'inganno, come succede spesso con un certo tipo di uomini. Me lo immagino mentre pensa di me che sono vittima di una qualche forma di schizofrenia, o pazzia repressa, visto che la mia faccia è un misto di: “ho capito quello che vuoi da me, ma io non sono la persona che credi” e “io ti ho fatto entrare, adesso fammi vedere quello che sai fare”. Io di lui penso che sia un coglione.

Siedo di fronte a lui. Adesso mi sta mostrando un catalogo dall'aria pesantissima, infatti lo conserva in una valigia su misura, come quelle degli album di matrimonio. Mentre mi parla di osmosi e di regole sanitarie troppo permissive, io penso alle colonie di animali presenti nel mio frigorifero, purtoppo più simili a stafilococchi che a fermenti lattici vivi.

L'uomo mi chiede qualcosa a proposito di un distributore qua vicino, dove la benzina costa relativamente poco. È tenero come le compagnie petrolifere cerchino di dare un identità distintiva al loro prodotto. Come se la benzina caio funzionasse meglio della benzina sempronio, o come se mettendo la benzina tizio nella tua macchina le donne cascassero ai tuoi piedi. Poi basta abbassare il prezzo di 20 centesimi e la gente si fa anche 100 km per rifornirsi dal tuo distributore. Che civiltà evoluta.

Il contatto telefonico con la signorina era stato assolutamente aleatorio. Il mio telefono di casa è uno di quegli apparecchi degli anni '70, con i numeri messi su una rotella. Ruotandola si compone il numero di telefono desiderato, come le combinazioni delle cassaforti dei film americani, e la probabilità di ricevere risposta è la stessa di riuscire ad aprirla. Il mio gatto si diverte a giocare con la presa, quindi 2 volte su tre è staccata. Quel pomeriggio Pepe, il gatto, non si era visto. Un secondo dopo stavo uscendo di casa. Un secondo prima squillava il telefono. Era la signorina del depuratore. Mi chiede se mi interessa. Certo, rispondo. Abbiamo un rappresentante in zona. Dice che viene a casa mia senza impegno (probabilmente intendeva senza impegno intellettuale). Dice che mi analizza l'acqua del rubinetto gratis. Benissimo, rispondo. Dal mio rubinetto esce un liquido relativamente trasparente, dal forte sapore ferroso, che lascia un residuo biancastro e intacca la superficie del mio lavandino. Anche l'anticalcare intacca la superficie del mio lavandino, quindi sospetto che i due liquidi abbiano qualcosa in comune.

L'uomo seduto dall'altra parte del mio tavolo cerca di convincermi a comprare la scatola magica che trasforma l'acqua in elisir di lunga vita. Per avvalorare la sua competenza mi dice che prima faceva il carabiniere (non mi ero resa conto di quanto grottesca e ridicola fosse questa esperienza prima di mettermi a scriverla). Mentre lo dice vedo chiaramente i suoi occhi che si posano sui vasi di vetro sul pensile della cucina, ognuno col suo bel contenuto aromatico, ordinati per tonalità di verde. Dal verde pallido delle foglie di malva allo smeraldo della menta, al verde variegato di lillà dei fiori di lavanda. Mi faccio l'appunto mentale di applicare delle etichette ai vasi coi nomi degli aromi. Non capisco se mi abbia inquadrato perfettamente e quindi utilizzi in modo appropriato le leve del marketing parlando male di Andreotti (sembra che sia sua la colpa della effervescenza naturale dell'acqua Ferrarelle, una delle accuse peggiori che gli siano mai state fatte), o se stia inscenando un teatrino che non impressionerebbe nemmeno la zia telenoveladipendente. Quando estrae le provette per l'analisi dell'acqua ho la certezza che si tratti del teatrino. Lo spettacolo di magia si rivela abbastanza deludente, con lui che non riesce a dimostrare l'effettiva superiorità del suo acqualimp rispetto al mio anticalcare. È tutto un frugare nella sua valigia per estrarre alambicchi, provette, strumenti digitali, sostanze esoteriche, cartine tornasole, ma non c'è nulla da fare. Gli dico che non mi ha convinto, che secondo me il suo acqualimp non funziona.

Lui mi accusa di avergli fatto perdere tempo, io che sono stati loro a chiamare. Questa relazione ormai non ha più senso, forse è meglio lasciarci qui, da buoni amici.

Rimette tutti gli alambicchi, le provette, gli strumenti digitali e le sostanze esoteriche nella sua valigia, e mentre esce mi chiede l'indicazione per il benzinaio economico. Sempre dritto, gli dico. Fino a'ffanculo.

osmosi
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